Meditazione: Il tuo Dio è troppo tenero

Meditazione: Il tuo Dio è troppo tenero

Il tuo Dio è troppo tenero

Consunzione a causa dell’auto insistenza

Israele voleva un re, il fatto di dover ubbidire a Dio impediva loro di fare quello che volevano. Preferivano avere un re visibile come capo e che li avrebbe aiutati a combattere i nemici.

Notate, Dio fece fare a modo loro, non si mise a discutere perché Lo avevano rigettato per non rendere la situazione imbarazzante. Anzi fu abbastanza gentile da avvertirli del disagio che avrebbero avuto con l’avvento di un re umano. In un’altra occasione gli Israeliti volevano cambiare idea. Stanchi della solita manna, desideravano qualcosa da poter masticare, vollero carne e non smisero di lamentarsi finché Dio diede loro le quaglie. Sì, il Signore rispose alle loro lamentele e provvide in modo speciale.

Questi incidenti, in qualche modo, sembrano rifiutare il quadro di un Dio che manda all’inferno di fuoco e zolfo, come abbiamo sentito spesso. Leggendo queste storie del Vecchio Testamento siamo incoraggiati a pensare, almeno superficialmente, che Dio sia morbido. Infatti sembra quasi di potere modellarLo in qualsiasi forma si voglia. Impunemente quegli uomini tolsero a Dio il trono, trovarono una scappatoia che li rese liberi dal dover fare la Sua volontà. Piagnucolarono come bambini viziati per il cibo che Egli aveva dato loro, e come bambini viziati furono accontentati.

Ci chiediamo, che Dio è questo che cede così facilmente? I critici deridono, gli incuranti non possono curarsene di meno, e i cristiani infantili sbandierano la propria indipendenza. Come ho già anticipato l’intera verità può essere poco compresa da una lettura superficiale. C’è di più in queste storie di quel che si vede da uno sguardo frettoloso. Anche se Dio può apparire morbido e facilmente influenzabile la realtà è che se uno vuole farsi del male e rovinarsi non c’è metodo migliore di quello di alterare la volontà di Dio per adattarla ai propri desideri. Tale azione da parte nostra mette in movimento un principio inesorabile: “Manomettere la volontà divina indebolisce la vita spirituale”. Il salmista dà l’affermazione ispirata di questo principio nel Salmo 106:15: “Ed Egli diede loro quanto chiedevano, ma provocò in loro un morbo consumante”.

Hai pensato che Gesù Cristo sia stato poco realista quando disse: “Se uno viene a me e non odia padre, madre, moglie e figli, fratelli e sorelle e anche la propria vita, non può essere mio discepolo” (Luca 14:26). Hai sentito che la tua reazione agli stimoli di Dio che hanno provocato dentro di te un senso di responsabilità a servirLo in un certo posto o modo, sia stato un impulso immaturo. D’allora hai ragionato, hai reclamato i tuoi diritti e hai trovato un lavoro più adatto al tuo tipo di addestramento, non riesci a sbarazzarti della sensazione che l’anima tua, nel cambio, ci abbia rimesso. Affermi che frequentare assiduamente la chiesa esaurisce la tua responsabilità nel coinvolgimento nel servizio spirituale. Sei stato felice nel constatare che il tuo Dio sia stato abbastanza morbido da stabilire i tuoi propri standard, scegliere il tuo cammino, pianificare la tua vita. Il Tuo Dio non è morto, ma tu Gli hai rubato la corona, tolta la Sua signoria. Tutto quello che hai lasciato è una Convenienza con la C maiuscola. Lo spirito interiore istintivo della chiesa è stato dilapidato, e il prezzo è stato preteso in pieno. La consunzione, l’indebolimento, è in proporzione all’auto insistenza. Non ci inganniamo: “Dio non si può beffare, quel che l’uomo avrà seminato, quello raccoglierà” (Gal. 6:7).

R. Arthur Mathews

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