Arrivano i cammelli
Dio cerca il suo uomo
Incolonnata in fila indiana, la carovana di cammelli procede verso nord. Capo della spedizione, il servo di nome ignoto è ben consapevole della grande responsabilità che grava sulle sue spalle. Deve fare una scelta che riguarderà tutte le nazioni.
Lontano, a nord, non sapendo che stava per accadere qualcosa di importante per lei, Rebecca gira intorno al cerchio dei suoi doveri quotidiani. Un giorno non differisce dall’altro. “Che tipo di scelta”, avrebbe potuto chiedere, “deve fare una ragazza ordinaria in circostanze ordinarie per trovare la sua vera vocazione?”. Veramente Dio farà qualcosa affinché il Suo piano per la mia vita sia portato alla porta di casa mia, sicché io possa, infine, rendermene conto? O sono lasciato solo al mio ingegno e volontà? In altre parole, Dio è responsabile della mia vocazione? O lo sono io? Oppure, se c’è una combinazione di entrambi, dove comincia e finisce la Sua parte e dove entro io?
Rebecca non è sola a trovarsi nell’incertezza, assolutamente no, queste sono alcune delle domande che tormentano le menti di coloro che temono Dio, in ogni età. Possiamo capire che Dio guidava Abrahamo e Hudson Taylor, perché questi uomini erano abbastanza grandi da meritare una speciale attenzione, ma che dire di noi che siamo piccoli, seppelliti nella massa dell’oscurità comune e che non siamo neanche presi in considerazione? Siamo sicuri che il Signore conosce la nostra identità e ha una vocazione preparata per noi? Possiamo essere sicuri che prenderà l’iniziativa controllando le circostanze in modo tale che il Suo appuntamento ci raggiunga?
In Genesi 12 solo tre versi parlano della chiamata di Dio ad Abramo. in Atti 13 solo tre versi riportano la chiamata di Barnaba e Saulo. Sembra completamente sproporzionato che un soggetto di tale importanza, si tratta della vocazione a vita di un uomo, sia riportata con così pochi dettagli. Sicuramente la mente di questi uomini deve essere stata torturata per mesi mentre travagliavano sulle decisioni da prendere.
Dio trattò con questi uomini e i loro incarichi mediante scarsi riferimenti, ma non fa così con Rebecca. Nella sua storia di Genesi 24 vengono concessi sessantasette versetti. Dio vuole che la gente “piccola” del mondo sappia del Suo interesse per loro e del Suo manovrare le circostanze per portare fino a loro il Suo piano. Fatti coraggio, i cammelli stanno arrivando. Dio sta muovendosi sull’orizzonte della vita di Rebecca.
Rebecca non poteva assolutamente immaginare ciò che Dio aveva in mente nei suoi confronti, la sua vita era circoscritta, era presa dalle faccende domestiche e dagli avvenimenti locali.
Il suo futuro era oscurato da una nebbia che non poteva essere dispersa da sogni o pronostici. Aveva i suoi pensieri, piaceri e dispiaceri. Anche se probabilmente sapeva quel che voleva, non conosceva però il pensiero di Dio.
Noi sappiamo molto di più di quello che sapeva Rebecca. Sappiamo, almeno, che Dio ha delle opere preparate per coloro che sono stati creati in Cristo Gesù. Sappiamo che Dio è il Dio degli appuntamenti. Lui ha “un piano completo e perfetto (nel Suo cuore per ogni uomo), qualcosa di preciso da compiere che sarà il vero significato della vita” (H. Bushnell). E’ questa la cosa esatta che vogliamo scoprire.
La maggior parte della storia di Rebecca si centra su quello che il servitore si Abrahamo fa. Lo fa in tal modo da indicare l’importanza e il posto delle qualifiche nella scelta che deve essere fatta. Agendo sotto autorità, il servo deve cercare, selezionare e separare una sposa per Isacco. Che esistesse qualcuna in quella posizione non ne dubitava, perché il Signore aveva promesso ad Abrahamo che nella sua progenie sarebbero state benedette tutte le nazioni della terra. Il problema del servitore era di localizzare la ragazza e accertarsi che avesse le giuste qualità per essere moglie dell’erede di Abrahamo.
Il servo ferma la carovana di cammelli a un pozzo, fuori della città di Aran. Si ferma lì per raggiungere il suo scopo. Ha scelto il posto dove le ragazze della cittadina si recano per svolgere le loro faccende giornaliere. Una volta pensavo che nel chiedere a Dio che la ragazza giusta desse da bere a lui e ai cammelli, il servo volesse avere un segno della conferma divina. Ora la penso diversamente. Penso piuttosto che egli stesse ponendo le condizioni di cui aveva bisogno di vedere adempiute prima di poter fare la sua scelta. Sta affermando le qualifiche, non sta mettendo un vello. Chiede che la persona designata mostri una certa attitudine in una situazione improvvisa. Le condizioni sono tali che nell’adempierle sarà esposta l’attitudine interiore del cuore. Lui non si preoccupa dell’abilità culinaria della ragazza, del modo di vestire, dell’altezza e di altre cose belle da poter scrivere sulla lista delle qualifiche.
Neanche lo Spirito Santo, il divino Selettore, si fa impressionare delle apparenze esteriori. Neanche è particolarmente interessato ad osservare le nostre posture in certe situazioni, come per esempio in chiesa. Non si fa prendere da attitudini o espressioni spirituali. Prima di scegliere ci porterà in posti secolari dove ci troveremo di fronte a qualcosa di comune, e Lui starà lì ad osservare.
Le qualifiche per essere scelti non sono esterne ma interne, l’adempimento dei requisiti che lo Spirito vuole dimostrerà una giusta motivazione interna. Per Lui l’attitudine è più importante di avere capacità. La reazione abituale nelle circostanze ordinarie ha più peso delle risposte improvvise a stimoli emotivi. La bontà che è diventata naturale attraverso l’accettazione disciplinata dei doveri ordinari della vita conta molto di più dell’esibizione dell’eccezionale.
La reazione di Rebecca fu una disponibilità semplice per fare un lavoro sgradevole. Avete mai visto un cammello che non abbia uno sguardo altezzoso? O che non puzzi terribilmente? Quale animale beve più di un cammello assetato? Ebbene, anche se dieci di queste creature assetate, puzzolenti, altezzose aspettavano l’acqua da bere, Rebecca non si fermò a valutare i vantaggi e gli svantaggi, ma si diede a carreggiare acqua. L’ovvia conclusione del selezionatore fu l’approvazione. Aveva scoperto in Rebecca, attraverso la prova dei cammelli, la motivazione che lui cercava.
La storia non finisce qui. I cammelli sono arrivati, la vocazione di Rebecca era stata a lei presentata, ora doveva reagire. Il servo di Abrahamo non la forza a seguirlo per tornare da Isacco. I suoi familiari la lasciano libera di scegliere. Deve dichiarare la sua scelta, libera da ogni costrizione esterna. Penso che il servo sapesse quale risposta la ragazza avrebbe dato: la ragazza che aveva detto “attingerò” era colei che avrebbe anche detto “andrò”.
“C’è quindi un fine appropriato per la via di ogni uomo (o donna)… un fine che lui ha il privilegio di diventare; chiamato a diventare; che deve diventare; che Dio lo aiuterà a diventare, e che non può perdere se non per sua colpa” (H. Bushenell).
Attenzione! I tuoi cammelli stanno arrivando!
R. Arthur Mathews